La piadina Romagnola
Fra i buoni motivi di una vacanza a Riccione merita sicuramente il posto d’onore la piadina romagnola. Chi non conosce questa prelibatezza? Chi almeno una volta nella vita non l’ha assaggiata?
La piadina è senza dubbio il pane azimo, cioè senza lievito, più famoso al mondo. Questo alimento, ormai diventato l’emblema della Romagna, è diventato da cibo povero e tradizionale a uno dei simboli del fast-food all’italiana. Da Riccione a Faenza ogni borgo, quartiere, dalla costa all’Appennino si vanta di avere in tasca la ricetta originale, per fare la piada “come una volta”. E’ vero che più si va verso la Rpmagna del sud – Rimini, Riccione, la Valmarecchia, la Valconca – più si trovano piade grandi e sottili. Più si entra nella Romagna storica – Forlì, Cesena, Faenza, Ravenna – più le pidine sono piccole e alte.
Comunque basta lavorare insieme farina, strutto, sale, bicarbonato e acqua, formare delle pagnottine, stenderle con il mattarello e cuocerle sul testo ben caldo e poi farcirle a nostro piacimento. Infatti la fine gloriosa della piadina è quella di venire tagliata a metà e farcita con ogni ben di Dio; si usa di tutto anche se le farciture più interessanti sono con il prosciutto crudo, morbido e leggermente grasso, che nella piadina appena cotta, tende a sciogliersi offrendo al palato sensazioni incredibili. Come dice il detto creato apposta. “La pida se parsòt la pis un po’ ma tòt”. Un abbinamento molto apprezzato è quello con lo squaquerone e la rucola, come lungo la riviera adriatica c’è l’usanza di mangiare la piadina con il pesce arrosto, saraghina e sardoncini in primis. E che dire della piadina farcita con le verdure in gratè, o con la salsiccia arrosto, per non parlare poi dei cascioni, cioè la pasta della piadina riempita con erbe di campo o altri ingredienti, chiusa e cotta sul testo.
La Riviera romagnola è piena di chioschi, botteghe completamente dediti alla preparazione della piadina in tutte le sue forme.